Cos'è un genosociogramma
- chigagliano
- 30 ago 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 16 nov 2022
Dott.ssa Chiara Gagliano
Psicologa Clinica
Psicoterapeuta (in formazione)
Esperta in Decodifica Biologica Riparatrice (DBR)®
ed Ipnosi Regressiva Riparatrice (IRR)®
"La storia si ripete? O si ripete solo come penitenza di coloro che sono incapaci di ascoltarla?"
(Eduardo Galeano)

Il genosociogramma è un Albero Genealogico con informazioni più dettagliate legate a vari fatti, eventi, situazioni, nonché periodo storico in cui avvengono, ricorrenze e ripetizioni di eventi, coincidenze di date, etc.
E' importante notare che quando parliamo di Albero Genealogico classico (quello realizzato dalle famiglie nobili fino al secolo scorso) intendiamo un elenco schematizzato dei componenti di una famiglia, con i nomi e le date di nascita e morte. Solitamente sono esclusi da questi schemi tutti i soggetti ritenuti “socialmente non accettabili” o "pecore nere" (malati, criminali, figli illegittimi, aborti, “pazzi”, ecc.).
La grande differenza tra Albero Genealogico e Genosociogramma consiste nel fatto che il primo presenta la struttura della famiglia attraverso i dati anagrafici e le parentele che intercorrono tra i vari membri, il secondo parte dai dati anagrafici ma li considera in base a una prospettiva psicosociale, con una visione della famiglia come un insieme di relazioni, di eventi e di interazioni, da cui emerge una visione delle complesse dinamiche familiari.

Esempio di albero genealogico della famiglia
di Sigmund Christoph von Waldburg-Zeil-Trauchburg
Dunque, il genosociogramma è la fusione del genogramma e del sociodramma.
Il genogramma, ideato da Mc Goldric e Gerson, è una rappresentazione grafica delle relazioni tra i membri di un sistema familiare. Esso consente di vedere i modelli ereditari e cosa influisce all’interno di un sistema familiare. Viene utilizzato in vari ambiti: medicina, psichiatria, ricerca genetica, assistenza sociale, psicologia, costellazioni familiari e sistemiche.
Vengono usati dei simboli (cerchi, quadrati, linee, tratteggi, frecce sociometriche, ecc.) ognuno dei quali rappresenta qualcosa (rapporti tra i membri del sistema, matrimoni, nascite, morti, etc.).
Il sociogramma fu ideato da Jacob Levi Moreno (il padre dello psicodramma).
Esso serve a vedere l’organizzazione dei membri all’interno di un gruppo sociale. In ogni gruppo, infatti, vi sono dei fili invisibili che collegano i vari membri, i quali si influenzano a vicenda. Quindi il sociogramma permette di vedere la posizione di un individuo all’interno di un gruppo sociale.
Il genosociogramma permette di unire le funzioni del genogramma e del sociogramma insieme. Come il genogramma, rappresenta in maniera grafica le relazioni, tenendo conto del contesto sociale, storico, di eventi particolari. Come il sociogramma, determina la posizione dell’individuo (in genere colui/colei che si rivolge al professionista) all’interno del sistema familiare e mettendo in luce a livello grafico eventi, dettagli particolari, si riesce a vedere ed anche integrare le relazioni dell’individuo nel qui ed ora.

Esso viene particolarmente utilizzato in psicogenealogia per aiutare la persona ad individuare particolari legami familiari, nonchè gli eventi, i traumi, i segreti e i conflitti vissuti dai suoi antenati che lo condizionano a livello fisico (malattie, comportamenti e atteggiamenti, ecc.) e psicologico.
Questi legami familiari sono transgenerazionali, ovvero vi sono dei legami tra i membri di una famiglia che si tramandano inconsciamente ad uno o più individui appartenenti allo stesso sistema familiare.
Il genosociogramma permette di ristabilire e dare onore a chi nella famiglia è stato dimenticato oppure ha avuto un destino particolare.
Lo scopo è quello di risolvere alcuni problemi, sciogliendo i nodi o i blocchi che non gli permettono di condurre in maniera sana la propria vita.
Una volta sciolti i blocchi, altri membri della famiglia ne potranno beneficiare, di generazione in generazione.
Tra le cose che si osservano in un genosociogramma, vi sono alcune caratteristiche che vengono prese maggiormente in considerazione, tra le quali il nome (se scelto o imposto), le corrispondenze tra date di nascita, matrimoni, date di morte, date che si ripetono in particolari occasioni (sindrome da anniversario), il lavoro, la posizione sociale, i luoghi in cui gli antenati sono vissuti, il contesto storico, figure di cui nessuno ci ha mai parlato, lutto non risolto e gli effetti del “non-detto”, ecc.
Tutto questo vive dentro di noi e attraverso la nostra memoria inconscia, si manifesta nel nostro corpo e nelle nostre emozioni, nella vita di tutti i giorni, creando una risonanza emozionale all’interno dell’intero sistema familiare.
Una persona che non è dentro l’albero vede connessioni che chi vi è dentro non nota.
Un professionista della relazione d’aiuto permette, infatti, di vedere il non visto,
studia le influenze dell’albero genealogico sulla vita del cliente, in particolare su eventi considerati "inspiegabili” per poi accompagnarlo verso un’apertura a determinati dettagli che si ripresentano all’interno della sua famiglia.
Così facendo l’inconscio viene ascoltato e portato alla consapevolezza della persona.
Il lavoro sulla propria storia familiare non aiuta solo noi stessi, ma aiuta anche chi viene dopo di noi, la discendenza, le future generazioni della nostra famiglia.
Un percorso con il genosociogramma ci dà la possibilità di vedere quei legami invisibili che non permettono di far fluire la crescita del nostro albero genealogico, di sciogliere nodi famigliari, di vedere connessioni, attraverso gli occhi di un professionista.
"Siamo, in fondo, in un certo senso, meno liberi di quanto crediamo. Pertanto possiamo riconquistare la nostra libertà e svincolarci dalla ripetizione, capendo ciò che accade, afferrando questi fili nel loro contesto e nella loro complessità. Possiamo così vivere la nostra vita, e non vivere quella dei nostri genitori o dei nostri nonni, che noi rimpiazziamo consapevolmente o a nostra insaputa.”
Anne Ancelin Schützenberger
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